🇮🇹 #diariodibordo Beavertown Brewery Holy Cowbell India Stout, Black IPA da quel di Londra che, già a partire dalla grafica, ci porta in un viaggio psichedelico nel deserto dell’Arizona. LSD o Mescalina non inclusi nel biglietto.
India Stout: i sentori tostati dovrebbero essere ben presenti e andare di pari passo con un luppolo ben distinguibile, quantomeno in amaro. Lo so, sulle Black IPA si potrebbe parlare (e litigare) per ore.
La schiuma è di grana media, abbondante e compatta. Assai persistente, è di un bel beige; il liquido è color testa di moro.
Al naso si percepisce subito l’arancia, il caffè tostato e la liquirizia. Forse, presente, all’appello, una punta di burro.
In bocca scorre benissimo e tornano, protagonisti, l’arancia e il cioccolato fondente, per poi lasciare spazio al caffè e a quella leggera punta burrosa che già si percepiva al naso. Infine si distingue un tocco di salamoia e un sentore o di vegetale da pellet o da cuticola di chiccho troppo tostato, questa distinzione, che pondero sempre di più e che cerco di interiorizzare, è una cosa che, ahimè, ancora mi confonde.
Buona e beverina (seppur con qualche sentore di stantio, ma chissà, sarà stato il trasporto) si fa bere alla grande con i suoi 5.6 gradi.
Gianluca
