Birra & Sound – Parte 3
Birrificio dei Castelli, Effetto Placebo: New England IPA buona ma all’inizio della via per il cimitero; in mezzo a un fruttato non estremo e alle note di vegetale da luppolo, si percepivano note ossidative vicine alla marmellata.
Birrificio dei Castelli, Brevis Furor: American Amber Ale davvero in forma, un tripudio di ananas, litchi e mango.
Founders, Dirty Bastard: non più quella di un tempo ma, a differenza dell’anno scorso, davvero una Scotch Ale in forma e che andava giù davvero facilmente.
Birrificio Rurale, Smoky: Rauch Beer buona, scorrevole e in forma anche se il fumo virava un po’ verso il gusto chimico della finta affumicatura di alcuni formaggi freschi.
Dalle lacrime alle risate di cauto ottimismo. Off-flavors meno protagonisti e meno invadenti tanto che per un palato poco smaliziato “non olent”.
È vero, le luppolate sono state quasi del tutto scansate, ma, fortunatamente, non si è avuta l’impressione di un festival svuota magazzini o svuota fusti. Pensiero maligno sempre lecito quando l’organizzatore è un distributore.
Dunque la strada intrapresa sembra retta, li si attende al prossimo bivio. Esperienza tutto sommato positiva quest’anno: prima solo un rito, ora essere peregrini a Leverano potrebbe iniziare ad acquisire un senso.
Hopbook #42
