🇮🇹 #diariodibordo lei, l’ambita, l’agognata Westvleteren XII, mitica Quadrupel trappista…

🇮🇹 #diariodibordo lei, l’ambita, l’agognata Westvleteren XII, mitica Quadrupel trappista da 10.2%.

Stappate due bottiglie; è stato come fare sesso con due sorelle: una bellissima, l’altra bellissima solo al di sopra del pelo del cerone. Una cresciuta in un collegio svizzero, l’altra con la mitica cassiera dell’Esselunga mentre cerca di prendersi qualche malattia venerea in una favela e fa a botte a suon di capoeira.

La prima bottiglia presa da uno dei miei spacciatori ufficiali in quel di Castellana Grotte (Brew Art), l’altra presso il beer shop/locale di proprietà di un noto distributore di bevande barese; fa parte del lotto di “sole” da circa €200 che mi ha rifilato qualche mese fa quando ancora ero all’oscuro di alcuni “intrallazzi”.

Partiamo dalla Svizzera: la birra è di una bella tonalità tonaca di frate e presenta una schiuma di grana media, beige; il liquido è leggermente velato.

Al naso si percepisce del fenolico insieme all’aroma dello zucchero candito; note balsamiche e di miele completano il quadro.

In bocca tornano il miele e lo zucchero candito e si propone un leggero amaro sul finale; si riesce a percepire anche uno spunto di cacao e nocciola. L’etilico è ben presente e leggermente pungente, ma la birra resta comunque elegante. Sulla lingua risulta leggermente polverosa. Più si scalda, più si distinguono le spezie: anice, pepe, liquirizia.

Appena fatto un sorso si sente subito il cereale per poi avvertire l’amaro intervallato dalle spezie. Sembra di percepire anche un piccolo residuo zuccherino che poi scompare subito lasciando il posto a una grande secchezza. La sorsata è assai lunga.

La bottiglia pescata dalla favela e venduta per buona, ma poi risultata da lavandino (cattivo trasporto e conservazione) non ha niente a che vedere con questa bontà “elvetica”.

Al naso l’ossidazione è spinta: si percepisce un po’ la frutta secca per poi arrivare alla “cola” e alla mandorla amara. La birra non presenta la bella schiuma della prima bottiglia ed è molto più torbida.

In bocca il miele raggiunge livelli stomachevoli, torna la “cola” e la mandorla amara e datteri andati a male.

€20 o €30, non ricordo, dritti nel cesso (o nella favela piena di sesso e capoeira). Che poi in Belgio la compri a molto meno, ma l’hype e la piccola produzione danno il loro contributo.

Quindi, se dovete bere queste chicche, “ocio”, che lo stipendio è poco e i furbi sono tanti.

Gianluca

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