#diariodibordo Arrogant Sour Festival 2022. Prima della pandemia si sarebbe dovuto svolgere, per un’edizione, all’estero e non Italia. Poi è arrivata la pandemia e, in un certo senso, si è fatto comunque all’estero. Invece che nell’ormai identitario Chiostro della Ghiara, in pieno centro storico, si è svolto presso l’azienda agricola Canali, fuori Reggio Emilia. Non so perché: bello scenario bucolico, ma un incubo arrivarci con bus e navette. Inoltre l’accresciuto spazio è servito solamente per allargare e arricchire l’offerta food, davvero di livello. Le spine sono rimaste sempre quelle, più o meno, e mancava la bottaia.
Beershop abbastanza fornito, anche se con poche chicche dall’America, escluso il solito Ale Apothecary. Prezzi per le bocce più pregiate abbastanza buoni, anche se si sono esaurite velocemente.
Birre del sabato abbastanza sotto tono come selezione, quasi tutte italiane, di facile reperibilità. Va un pelo meglio la domenica, ma le vere chicche on tap sono poche. Lambic corner più o meno ai soliti livelli.
Manca la musica live, quest’anno ci di affida ad una “playlist”.
In fin dei conti una buona edizione, fatta con passione come sempre, ma leggermente sottotono rispetto agli scorsi anni. Se era la tua prima volta al festival sei rimasto folgorato, se ci eri già stato sei sicuramente rimasto un po’ disorientamento. Se abiti a Milano non ti sarà sicuramente dispiaciuto farci un salto, se hai fatto 800 km in treno sei di certo rimasto un po’ F4.
Sono sicuro che il prossimo anno verranno ripristinati i soliti fasti con molte più vere novità. E, spero, che l’identitario Chiostro della Ghiara torni la sua casa. Per tutti i motivi del mondo.
Gianluca
#arrogantsourfestival
