#diariodibordo È passato un altro mese e questa volta eravamo davvero tanti. Non ho contato i partecipanti uno ad uno, ma eravamo in una situazione del tipo: “Gli organizzatori comunicano che hanno partecipato alla manifestazione 1000 persone, ma secondo la procura erano in 5000”. A parte gli scherzi, eravamo davvero tanti. In questo nuovo incontro gli sciamani di Homebrewers Salento hanno condotto tutti in una esperienza di volo astrale in Germania per parlare, in un certo senso, di caproni. Pier Francesco Mastrangelo ci ha comunicato che eravamo giunti nella città di Einbeck, Bassa Sassonia e che ci trovavamo nell’Anno Domini 1378. Proprio in questo luogo e in questo periodo storico si brassava una birra ad alta fermentazione, dal forte grado alcolico e dal colore ambrato chiamata Einbecker. È interessante notare che ad Einbeck la produzione di birra era monopolio dell’amministrazione comunale: i cittadini potevano coltivare e maltare il proprio orzo ma, per produrre birra, dovevano rivolgersi al comune per ricevere la visita di un mastro birraio autorizzato provvisto di tutte le attrezzature necessarie.
Grazie ai molti pareri positivi come quello ricevuto da parte di Martin Lutero, la fama di questa bevanda alcolica travalicò ben presto i confini del suo solito territorio di produzione. La città di Monaco di Baviera, altro importante centro di produzione brassicola, assoldò un birrario di Einbeck, tale Elias Pichler, per cercare di riprodurre la stessa apprezzata birra. Elias sperimentò con le differenti modalità di produzione presenti in Baviera, orientate ad una produzione in scala maggiore, e variò la ricetta originale per fermentare il mosto con un lievito da bassa. Questa tipologia di birra continuò a diffondersi sempre di più e il suo nome, passando di bocca in bocca, subì diverse deformazioni: si passò da “Einbecker” al bavarese “Oanpock Bier” e poi al più semplice “ein Bock Bier” ossia “una birra Bock”. A seguito di tale slittamento sintattico e semantico, sulle etichette di queste birre incominciò a comparire l’immagine di un caprone in quanto “bock”, in tedesco, vuol dire proprio “caprone”.
Dato l’elevato apporto alcolico e nutritivo, questo stile di birra è stato storicamente consumato durante le festività religiose che prevedevano l’astenersi dall’ingerire cibi solidi. Sono così nate le varianti natalizie e pasquali “Weihnachtsbock” ed “Osterbock”.
Coma da prassi, la serata prevedeva anche la degustazione di una birra in stile, in questa occasione la Blood Bock di Bonavena Brewing nell’interpretazione del nuovo mastro birraio Roberto Falasca. È stata quindi compilata una scheda di degustazione individuale che è stata poi spunto di confronto in una sessione di degustazione plenaria: la birra risultava leggermente più amara e con una sensazione di calore maggiore rispetto ad una bock tradizionale. In un clima di assoluta condivisione e convivialità abbiamo anche provato a stilare una ricetta per una possibile Bock made in Homebrewers Salento.
Il gruppo cresce numeroso: anche se non sei un Homebrewer, ma anche un semplice appassionato, non vediamo l’ora di averti con noi durante il prossimo evento! Sarà l’occasione per approfondire la cultura birraria più in generale e imparare un approccio diverso alla bevanda, sia che tu sia un degustatore che un produttore.
Gianluca
