#diariodibordo #tiriamolesomme, il Salento che beve, come ogni anno, emette…

Salento
#diariodibordo #tiriamolesomme, il Salento che beve, come ogni anno, emette d’estate il suo urlo di guerra (un sonoro rutto), sbatte violento boccali sul bancone e reclama una nuova pinta!
In parallelo, publican da due soldi si allisciano le loro barbe da hipster e organizzano beer festival, pronti a speculare sulla sete di tutti noi! I classici 12 euro per litro sono il prezzo medio, birracce gasatissime (2 euro al litro all’ipercoop) lo standard di qualità. Spesso ci si imbatte in roba pietosa spacciata per artigianale, Beerbante Salentina e Birrozza sono solo alcuni dei marchi locali di merda spacciati per birra di qualità.
In questi festival dalla nomenclatura affine “birra&qualcosa”, si affaccia la stragrande maggioranza dei nuovi amanti della birra, alla mercé di speculatori senza passione, ma la birra è una passione. Passione che fortunatamente qualcuno dimostra, come i ragazzi del Birreghe e dell’Orient Express, mettendosi in gioco per organizzare un piccolo festival birraio “Fermento”. Per quanto piccolo, organizzare un festival senza appaltare ad aziende specializzate è un lavoraccio, ma le 50 spine sono un grandissimo risultato. Il lungo mare di San Foca diventa la vetrina perfetta dell’estate, per mostrare che è possibile vendere buona birra allo stesso prezzo della robaccia che si vende di solito.
Ma soprattutto è grazie a festival come questo che finalmente la birra cessa di esistere. Si, perché la birra non esiste, esistono LE birre. “dammi una media”, ecco la frase più gettonata nei pub e nei festival ignoranti, ma qui non esiste, perché al Fermento a questa stramba richiesta rispondono “abbiamo ipa, apa, stout, abbiamo una acida, abbiamo delle tripel, qualche bitter, un paio di witbier molto beverine, …” cioè qui al Fermento si fa vedere come il concetto di birra sia vago, perché la birra non è qualcosa dal sapore piatto e standard, come le Tennet’s a due euro da Paolone ci hanno abituato a credere.
Spesso la birra artigianale è accusata, a ragione, di essere un mondo chiuso, con sapori troppo estremi, un gap troppo forte che rende sgradevole qualsiasi buona birra a chi ha bevuto solo peroni. Ma qui ce n’è per tutti i gusti, sia per i neofiti, che troveranno molto piacevoli birre semplici, ma ben fatte, come la “xxbitter” o i prodotti della beerfirm salentina “Finibus Terrae”, sia per i bevitori più navigati, che saranno ben lieti di bere belle chicche come la “Perle ai porci” e la “Frambozschella”.
Il Fermento è finito da un bel pezzo, ma ci sembrava d’obbligo parlarne, tirare le somme di quella che è stata una bellissima iniziativa, ma soprattutto per spiegarvi che al birra&sound vi gettano piscio e voi aprite la bocca.
Simone

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