#diariodibordo Oskar Blues Beerito, Mexican Lager … che io davvero il Mexican non ho capito per cosa ci sta. E se con la Fugli eravamo borderline, qui non ci siamo proprio.
Incomincio davvero a maturare l’opinione che queste latte di Oskar Blues avrebbero potuto evitare tranquillamente la traversata dell’oceano e starsene beatamente nel frigo di una qualche stazione di servizio in Nebraska. Davvero, non ne avremmo sentito la mancanza. Il produttore italiano medio fa un bel frontale con queste birre a bordo del suo rullo compressore, ci fa avanti e indietro un paio di volte e infine ci passa uno spesso strato d’asfalto sopra e, aspettando che si asciughi, si stappa una cosa un po’ più potabile, in attesa, a riva, del cadavere del prossimo nemico.
Totale #diludendo . Schiuma bianca e media, birra velata, di un marrone chiaro. Al naso miele e crosta di pane, in bocca un finale leggermente amaro.
Ora, ho cercato dei riscontri on-line, perché io sentivo delle cose che non andavano, ma nessuno parlava di difetti, ma solo di birra easy e sessionabile. A questo punto non ho più certezze, ma cercherò di esprimermi al meglio. Partendo dal presupposto che è una birra super dimenticabile e che ti sentiresti un fesso a spenderci dei soldi prendendola a un locale dopo che hai bevuto bombe (con l’abbaglio delle opportunità americane che ti acceca), io mi chiedo: questa maledetta birra è ossidata (miele e colore) con leggeri accenni (leggeri) di cartone, oppure è la poca perizia del mastro birraio a usare malti più scuri che fa percepire tutti questi difetti senza che siano difetti nel modo canonico di intenderli? Non so, a questo punto mi metto in dubbio e in gioco. Tutte le recensioni online parlavano di birra dimenticabile, ma non difettata (pur riportando tutti i descrittori che percepivo io).
Voi l’avete bevuta? Che ne pensate? Fatemi sapere, se non mi tolgo il dubbio strani pensieri continueranno ad affollare la mia testa. In ogni caso non preoccupatevi, presto ci rifacciamo con un’altra Toppling Goliath. – Gianluca
