#diariodibordo babbo natale è arrivato a destinazione con un prezioso carico – che siamo ansiosi di condividere il 3 gennaio! – Il buon vecchio si è fatto carico di un bel po’ di bocce dal Pajottenland, dall’oltre manica e dall’oltre oceano!
Il lavoro di babbo è stato testato (e onorato) aprendo una latta abbastanza fragile, la Amber Enigma di Cloudwater, un’american Amber ale.
Appena versata, non lancia buoni presagi, con il suo color arancio smorto e riflessi stanchezza e la sua schiuma a grana grossa poco persistente.
Il naso pare tutto sommato intatto, frutta tropicale (si sfiora la toppeira), erba tagliata e resina, che si confermano in bocca, ma sono ben legate da note di caramello e arancia amara candita che rimane la sola superstite su un finale corto e lievemente spigoloso.
Il calo di freschezza (ipotetico, data la mancanza di termini di confronto) è fisiologico, ma mi risulta difficile immaginare che birre del genere possano arrivare intatte, da provare in loco, prima o poi.
Gettai la frase in un marasma di propositi per l’anno nuovo.
