#diariodibordo Prima esperienza con l’idromele, fermentato di memoria vichinga a base di acqua e miele. Una birra, ma non a base di orzo e luppolo.
Ringrazio Simone del Prophet pub per avermi procurato questo idromele. Non avendolo mai assaggiato prima, non volevo rischiare un ordine di idromeli “bomba” americani dal sito di Mikkeler: non sono propriamente economici. Mi ero deciso a partire, con cautela, dall’Italia, per abbattere i costi.
Una sera, molto tardi, all’ora delle confessioni ubriache da pub, avevo confessato tutto a Simone. Poco dopo, mi arriva un messaggio a sorpresa: aveva ordinato un paio di bottiglie di idromele per me; a volte i veri publican sono meglio degli amici.
Credo che sia, assolutamente, la prima assoluta per un idromele a Lecce, il suo ballo delle debuttanti. Il sidro va bene, si trova, ma l’idromele era ancora la curiosità proibita per un leccese.
Idromele Licor Dei: produzione lombarda (Gessate, Milano), distribuzione campana: questo idromele si presenta nella sua versione secca, per 13 gradi alcolici circa e prodotto solo con miele millefiori lombardo.
Si consigliava una temperatura di servizio quasi a temperatura di cantina, io l’ho trovato più gradevole un po’ più fresco. Mi è parso di percepire qualche off flavor: un po’ di acetico, ma di questo non sono sicuro; certamente vi era la presenza di alcoli superiori e di solvente: scaldandosi bruciava la bocca; presente una certa ossidazione: non ancora Madeira, ma come un vino invecchiato, non tanto bene, per qualche anno.
Sospendo il giudizio e non do certezze perché era il mio primo assaggio in assoluto, devo ancora educare il mio palato. Ma è stata una bellissima esperienza.
E c’è ancora la versione dolce da assaggiare.
Grazie Prophet Pub
Gianluca
#mead #idromele
